Quello che sarà domani dipende dalle nostre azioni di oggi!

In questo articolo vi parlerò di uno degli argomenti a me molto a cuore, in quanto nel mio piccolo ho da sempre combattuto per un mondo migliore su tanti fronti e soprattutto da futura mamma provo una maggiore responsabilità nel fare del mio meglio, per lasciare un mondo migliore a tutti coloro che arriveranno dopo di noi.

Vorrei iniziare raccontandovi una parentesi. L’estate scorsa, sono stata in vacanza su una meravigliosa isola del Mediterraneo, immersa nella natura e circondata dal verde, quel meraviglioso colore che la natura ci ha donato, il tutto incorniciato da un cielo limpido ed azzurro. Una volta atterrata nella “mia grande città” del nord Italia, entrai in macchina e dopo circa una decina di minuti, sentii una strana pesantezza nell’aria che respiravo. Mentre cercai di capire cosa fosse la causa scatenante di questa strana sensazione di pesantezza, alzai gli occhi e osservai il cielo spento e trovai la risposta in un’unica parola: SMOG!

È inutile nascondere che ci troviamo in un momento in cui il nostro Pianeta sta affrontando sfide senza precedenti in termini di clima ed ambiente. Ora la domanda sorge spontanea: “chi e/o cosa è l’artefice di questo cambiamento climatico globale che provoca la sofferenza del Pianeta?” Purtroppo, i fatti parlano chiaro, siamo noi i responsabili, noi che abbiamo imparato ad adattarci ai diversi ambienti naturali presenti sulla Terra, ma abbiamo purtroppo anche imparato a modificare profondamente gli stessi ambienti, senza però prestare attenzione che attraverso questi sconvolgimenti che produciamo continuamente e rapidamente, indirettamente o direttamente, distruggiamo ambienti naturali che sono fondamentali per gli equilibri del nostro Pianeta.

Ho fatto alcune ricerche per approfondire l’argomento del cambiamento climatico, e ho scoperto che in realtà i cambiamenti climatici sono sempre esistiti nella storia del Pianeta, ma il riscaldamento climatico a cui assistiamo da circa 150 anni è anomalo perché provocato dall’uomo e dalle sue attività, portando la quantità di CO2 presente in atmosfera al doppio rispetto ai minimi degli ultimi 700 mila anni.

Ricordo che quando entrai a far parte del team di Titus Mobility Solutions, uno dei primi argomenti di cui mi parlò Vanessa Gianella, con il suo grande entusiasmo, lo stesso entusiasmo che mi contagiò rapidamente, è stato il Progetto Green Heart, un’iniziativa che ha coinvolto attivamente Titus nel 2019, per contrastare il cambiamento climatico.

Noi di Titus non vogliamo essere spettatori ma vogliamo essere attori del cambiamento, impegnandoci a proteggere l’ambiente e il clima, adottando misure decise per ridurre le emissioni di anidride carbonica e ridurre al minimo i danni.

Per contribuire alla sostenibilità ambientale e lasciare un Pianeta migliore a chi verrà dopo di noi, dobbiamo essere uniti nel percorrere insieme la strada per un unico obiettivo: pesare meno sul Pianeta!

Articolo a firma di Giulia C.

 

Chi è Titus?

Ieri sera, mentre lavoravo per preparare al meglio gli argomenti che avrei voluto trasferire durante le due giornate dedicate al “welcome on board” di 7 nuove risorse, mi sono soffermato sulla seconda slide nella quale come unico testo era scritto il nome della nostra azienda con l’obiettivo di fornirmi lo spunto per raccontare chi siamo riassumendo le caratteristiche principali, gli elementi di valore e distintivi, la visione, la mission….e via dicendo.

Così facendo però mi sono ritrovato immediatamente a parlare di ciò che racconterebbero tutti, ad enfatizzare le solite cose trite e ritrite che di fatto non sono né verificabili ne confutabili….mi sono sentito davvero banale!!!!
Allora ho provato, come facciamo spesso, a guardare il contesto da un altro punto di osservazione, forzandomi in un esercizio che mi portasse oltre! E così facendo è nata la definizione con la quale voglio raccontare, d’ora in avanti, chi è Titus!

Quindi chi è Titus???
Titus è di base un gruppo di persone che lavorano per fare la differenza.
Titus è voglia di innovare, di cambiare, di tracciare strade diverse in un mercato vecchio e statico che è lo stesso da più di 20 anni.
Titus è l’ambizione di lasciare un segno.
Titus è passione, competenza, sangue e sudore.
Titus è capacità di mettersi sempre in discussione
Titus è un cammino il cui traguardo è un risultato outstanding.
Titus è la voglia inesauribile di rialzarsi quando si cade e riprovarci, e riprovarci, e riprovarci…..
Titus è il cuore e l’anima delle persone che ci lavorano, tutte, dalla prima all’ultima.

Articolo a firma di Matteo De Pace

Diventare mamma in Titus

Chi di noi almeno una volta non ha sentito parlare di donne licenziate perché semplicemente aspettano il dono più bello della vita? Quante volte ci è capitato di sentire storie di donne che non vengono assunte o minimamente prese in considerazione in sede di colloquio, perché dopo domande inopportune come (sei sposata? vuoi avere dei figli? Puoi avere dei figli? …) vengono scartate come se l’amore di diventare mamma escludesse in automatico il diritto di lavorare, annullando ogni qualità della donna.

Tempo fa, mi capitò di vedere un video esperimento, pubblicato sui social. In questo esperimento sociale di Ohga vengono messe a confronto mamme e figlie proprio sul tema della maternità e lavoro. Le giovani donne fingono di aver ricevuto un’offerta di lavoro da una grande azienda che le obbliga a non avere figli per i successivi quindici anni e la reazione delle mamme è davvero emozionante.

Ora però arriviamo al dunque, perché vi sto raccontando tutto questo? Perché vi voglio raccontare invece la mia storia, con ancora una lacrima di gioia e gratitudine, che mi scende, mentre provo a scrivere questo articolo.
Sono da sempre stata una ragazza, come tante, con la voglia di fare carriera e crescere al livello professionale, senza mai essere sazia di imparare.

Chi mi conosce bene, sa anche che da sempre ho amato i bambini e desiderato una famiglia, ma come facciamo in tanti, aspettavo il momento giusto per poter diventare mamma, senza pensare che il momento giusto non sarebbe mai stato “giusto” perché la vita prende spesso direzioni diverse e i problemi non si fanno mancare.

La mia esperienza in Titus iniziò esattamente un anno fa, dopo aver risposto a quell’annuncio di lavoro, che ricordo ancora di aver incrociato non so quante volte, le dita delle mani e dei piedi, per ricevere almeno una risposta. Dopo giorni di attesa (le cose belle sono quelle che si fanno attendere) arrivò la chiamata per il colloquio.
Dopo il colloquio con Vanessa Gianella, ricordo che aspettai ben 7 giorni (infatti persi la speranza di una risposta positiva) ma è proprio il settimo giorno alle ore 18.16 che mi arrivò una chiamata da parte di Vanessa Gianella che mi annunciò di essere stata scelta per la posizione che tanto desideravo! E così iniziò la mia avventura in Titus. Dopo questa breve parentesi, arriviamo al dunque, perché le sorprese in Titus non finiscono mai…

Ricordo bene quel giorno, sicuramente uno dei più emozionanti della mia vita. Dopo aver letto attentamente il bugiardino, atteso cinque minuti, i più lunghi della mia vita, ho fatto un lungo sospiro profondo e ho guardato il risultato: Incinta! Sono stata travolta da sensazioni diverse, fitte al cuore e lacrime di gioia ma anche di paura che non vedevano una fine.

Dopo aver fatto altri dieci test ed esami, per avere la certezza che fosse tutto vero e condiviso questa immensa gioia con parenti ed amici più intimi, arrivò il momento in cui realizzai di doverlo comunicare a Titus la notizia. Inutile descrivervi le mie paure e le mie preoccupazioni soprattutto perché il mio contratto di lavoro era in scadenza da lì a pochi giorni ed io ero incinta!

Travolta da mille negatività e sconforto mi ero quasi rassegnata che avrei ricevuto un “no grazie non ti rinnoviamo il contratto”. Perché tutta questa negatività? Perché purtroppo nel passato anche io avevo fatto parte di quelle ragazze e donne scartate da un’opportunità lavorativa, perché in quanto donna che vuole avere figli.
Decisi di affrontare le mie paure e con coraggio chiesi una riunione a Vanessa Gianella.

Mi ricordo che preparai nella mia testa, non esagero, 15 volte, come iniziare il discorso durante la riunione. Bene, quando mi trovai davanti a Vanessa Gianella tutto il discorso che mi ero preparata per 15 volte, si riduce semplicemente a 5 parole pronunciate tutto ad un fiato con le mani e piedi che tremavano, “Ho scoperto di essere incinta!” Quei 3 secondi esatti di silenzio prima che Vanessa pronunciò una parola, mi sono sembrate eterne!

“Ma che bella notizia! sei contenta? Sono felicissima” questa è stata la frase che ha pronunciato Vanessa Gianella con un grande e sincero sorriso.
Ma la frase che mi ricordo ancora ad oggi è “Se ti farà piacere, saremo felici di accompagnarti in questo meraviglioso percorso”. Ecco lì mi ricordo che avrei voluto piangere di gioia ma mi sono trattenuta.

Non tardò ad arrivare la chiamata anche da parte di Matteo De Pace e Georg Dipoli.

Ricordo la frase di Matteo De Pace: “Se tu sei felice, noi siamo felici per te. La famiglia è una cosa bellissima e il fatto che tu sei incinta a noi non cambia assolutamente nulla sul fatto che vogliamo proseguire il nostro cammino lavorativo insieme a te!”

Ricordo il discorso che mi fece Georg Dipoli davanti ad una pausa caffè: “Sono molto felice di questa notizia, perché i figli sono una gioia meravigliosa. Stai tranquilla che noi ci siamo!”

Stava accadendo davvero. Non era un sogno, non lo avevo immaginato nella mia testa. Era tutto reale. Il mio pensiero andò subito a tante donne che hanno dovuto scegliere se diventare mamme o lavoratrici, avrei voluto abbracciare tutte quelle donne e dire a loro: “non siete costrette a rinunciare al sogno di diventare mamma e lavoratrice, perché ci sono aziende come lo è stato Titus per me, che vi danno valore per la lavoratrice, donna e mamma che siete.”

To be continued…

Articolo a firma di Giulia C.

Titus Compie 4 anni!

Come sempre il punto di osservazione dal quale si analizza un evento cambia la sua connotazione e spesso anche la prospettiva.
Soffiare su 4 candeline può rappresentare il sorriso di un bambino che cresce, la felicità di una coppia che consolida la sua storia o, nel caso di un’azienda, un momento di crescita importante che ti proietta fuori dallo status di “neocostituita” per porti davanti ad un percorso che deve essere sempre più pianificato e delineato.

Oggi, 12 febbraio 2022 Titus compie 4 anni e da quando è nata ad oggi ha vissuto ognuno dei suoi 1460 giorni collezionando storie da raccontare, aneddoti divertenti, momenti difficili da superare, cambi di direzione, e risultati importanti traguardati.

Ha aggregato persone e ne ha lasciate andare altre, ognuna di loro ha rappresentato nel bene e nel male un tassello importante del percorso. Ha consolidato linee di business ed affrontato progetti ambiziosi, ha saputo trarre crescita dai fallimenti e gestire i successi con capacità e professionalità… Ha imparato ogni giorno una lezione senza mai perdere l’umiltà ma allo stesso tempo si è nutrita di una consapevolezza crescente che ha accompagnato il cammino di ogni progetto facendo sì che focus, concentrazione e visione prospettica divenissero le qualità imprescindibili con le quali affrontare il futuro. Ha trasformato persone in manager e manager in imprenditori…. Ha preso il suo spazio diventando una realtà che vive di vita propria.

Tutto questo in soli 4 anni, che possono sembrare un’eternità ma che sono passati in un batter d’occhio, come le cose belle, quelle che ti riempiono e ti arricchiscono.

Tanti auguri Titus, gli anni li compi tu, ma alla fine chi è cresciuto siamo noi….

Articolo a firma di Titus Staff

Giornata Dei Calzini Spaiati

Il 4 febbraio da qualche anno è la GIORNATA dei CALZINI SPAIATI: una divertente ricorrenza che lega tutti coloro che hanno smarrito un calzino e non riescono più a riaccoppiare il paio e che viene celebrata indossando due calzini diversi tra loro.

Condividevo l’idea di questa GIORNATA come chiacchiera alla macchinetta del caffè e dopo qualche aneddoto sui misteri delle sparizioni nelle lavatrici di ogni casa è nato un bel confronto sull’interpretazione del significato più profondo dei CALZINI SPAIATI.

Per qualcuno il treno dei pensieri è andato subito ad un’immagine trovata in rete Think Outside the BOX → il coraggio di osare fuori dagli schemi, essere vincenti con soluzioni creative;
L’anima romantica e nostalgica dell’azienda l’ha interpretato come la celebrazione degli ultimi due anni in cui più di sempre ci siamo sentiti calzini spaiati ed un po’ soli ma…come i calzini non perdono mai la speranza di ritrovarsi, così noi non vediamo l’ora di ritrovarci, riabbracciarci e stare di nuovo insieme!

Per me i calzini spaiati sono un elogio all’originalità, all’essere anticonformisti e una festa della diversità anche se “non dovremmo nemmeno aver bisogno di una giornata che ci insegni a valorizzare la diversità”, ma qualcuno, giustamente ribatte alla mia visione utopica sostenendo che fintanto che non saremo davvero inclusivi ci vuole il coraggio di celebrare una giornata che valorizzi la diversità perché per qualcuno è già impensabile uscire di casa con i calzini diversi tra loro…figuriamoci il resto!

Un scambio durato il tempo di una pausa, finita con una battuta e con “dai su, adesso torniamo a lavorare”. Mi sono portata alla scrivania una bella sensazione del team Titus!

Noi apparentemente potremmo sembrare proprio un gruppo di spaiati: tra il più giovane ed il più vecchio ci passano quasi 30 anni, tra i nostri paesi d’origine ci sono oltre 2000km di distanza e c’è pure di mezzo un mare, arriviamo da storie diverse ed abbiamo vissuto vite molto differenti tra loro.. ma, ci appaiano intenti comuni.

In Titus crediamo fortemente nel valore delle persone, per questo abbiamo condiviso gli obiettivi e li abbiamo resi comuni ed ognuno di noi si è assunto la sua parte di responsabilità per raggiungerli, sappiamo che il valore del nostro team è nelle nostre diversità e nella varietà che questa porta.
Siamo Spaiati? Si, per fortuna!

Articolo a firma di Vanessa Gianella

L’Automobile compie oggi 136 anni!

Karl Benz e la sua Benz Patent Motorwagen

Oggi vi vogliamo portare a fare un viaggio con noi nella Storia. Siete pronti? Allacciamo le cinture, accendiamo il motore e… 3, 2, 1 Via!

Lo sapevate che oggi è il compleanno dell’automobile? Proprio oggi 29 gennaio, 136 anni fa, nacque l’automobile grazie a Karl Benz, il primo uomo nella storia che abbinò un motore ad un mezzo con ruote.
Karl Benz (chiamato da molti anche Carl Benz), nacque il 25 novembre 1844 in Germania. All’età di due anni restò orfano di padre, e fu cresciuto con grandi sacrifici da sua madre, che lo sostenne durante tutto il suo percorso scolastico. A soli 9 anni si iscrisse al liceo e a 16 anni spinto dalla propensione per le discipline tecniche e scientifiche, iniziò a frequentare il Politecnico, da cui uscì diplomato il 9 luglio 1864.

Al termine degli studi, iniziò per un brevissimo periodo il lavoro di apprendista nella Karlsruhe Maschinenfabrik (che era una società per azioni tedesca fondata nel 1846, che ebbe un importante passato nella costruzione di locomotive, tram, vagoni, equipaggiamenti tecnici ferroviari) per poi trasferirsi a Mannheim come progettista di bilance. Nel 1869 si spostò a Pforzheim e lavorò come direttore in un’azienda che progettava ponti. Qui conoscerà la moglie Bertha, che lo aiuterà finanziariamente a sviluppare la sua prima attività e avrà anche un ruolo importante per la futura nascita della prima automobile. Karl Benz e sua moglie Bertha avranno poi quattro figli.

I diversi investimenti senza successo, nelle varie attività lavorative, portarono nel 1877 la famiglia Benz ad una difficoltà economica, così Karl Benz per dare una svolta alla sua situazione economica, decise di concentrarsi sulla progettazione di un motore a due tempi a gas. Trascorsero alcuni anni prima di terminare il lavoro e raggiungere i risultati sperati.
Nel 1882 Benz fondò, senza particolare successo, una società di costruzione di motori a gas.

Finalmente la fortuna per Benz iniziò a girare a suo favore, quando grazie alle voci che si erano diffuse circa i suoi nuovi motori, trovò nuovi finanziatori disposti a concedergli dei fondi per rimettere in piedi una nuova azienda: la Benz & Cie. Ora che la sua situazione economica si era risollevata, Benz iniziò finalmente a pensare alla realizzazione di un motore, capace di spostare una vettura senza necessità di cavalli. Presto però si rese conto che l’unico modo per poter realizzare questo suo progetto era utilizzare un motore a quattro tempi che era vincolato però dal brevetto di Nikolaus August Otto (ingegnere tedesco, inventore del primo motore a combustione interna a quattro tempi).
Il successo arrivò quando, in una causa legale tra Nikolaus August Otto e Gottlieb Wilhelm Daimler (ingegnere tedesco, nonché uno dei grandi iniziatori dell’industria automobilistica mondiale), venne emessa una sentenza del tribunale che liberò il motore a quattro tempi da ogni vincolo legale, dopo il processo vinto da Gottlieb Daimler.

Fu il 29 gennaio 1886, quando Karl Benz depositò all’ufficio brevetti di Berlino il brevetto della sua Benz Patent Motorwagen, la prima autovettura nella storia con motore a scoppio. Così ebbe inizio una vera e propria rivoluzione nel mondo dei trasporti.
Il 3 luglio 1886, La Patent Motorwagen venne presentata la prima volta al pubblico senza però alcuna manifestazione particolare, ma semplicemente facendo un giro di qualche decina di metri, sotto lo sguardo dei passanti. Dato che il mezzo non era dotato di un serbatoio di carburante, il primogenito di Benz seguì a piedi la vettura con una tanica di carburante in mano. Questa prima dimostrazione pubblica non ebbe chiaramente molto successo.

Se vi ricordate all’inizio dell’articolo, avevamo detto che la moglie e socia in affari di Karl Benz ebbe un ruolo importante per la nascita della prima autovettura. Ebbene sì, perché fu proprio Bertha Benz, donna coraggiosa, intraprendente e sempre pronta a trovare una soluzione, che con un grande intuito portò la Patent Motorwagen all’attenzione del mondo.

Il 5 agosto 1888, all’insaputa di suo marito, Bertha Benz assieme ai suoi due figli iniziò un viaggio a bordo della Patent Motorwagen. Percorse circa 100 km per raggiungere l’abitazione dei suoi genitori nella sua città natale e tornare indietro. Questa sua coraggiosa impresa fece molto scalpore e con grande ammirazione attirò l’attenzione di tutti gli appassionati di motori del mondo.

Quindi Bertha Benz non fu solo la donna coraggiosa che rese celebre la prima autovettura, ma fu anche la prima donna nella storia a guidare la prima auto!

Grazie a questa impresa coraggiosa, Bertha Benz entrò a far parte nel 2016 nella Automotive Hall of Fame (che è un riconoscimento per figure che si sono particolarmente distinte nel mondo automobilistico) accanto a suo marito Karl Benz.

Auguri di buon compleanno, Automobile!

Articolo a firma di Giulia C.

Crisi dei Semiconduttori

Trasformare un problema in un’opportunità

Come ogni inizio anno e come la maggior parte delle persone l’approccio al mese di gennaio è con buoni propositi e di liste di “ToDo”.

La prima spunta  sulla lista ToDo del blog volevamo fosse sulla crisi dei semiconduttori perché ne sentiamo parlare da tanto e perché tanto ha condizionato il nostro settore.

Siamo partiti da cosa siano: i semiconduttori sono materiali che si utilizzano per realizzare la base dei chip. La loro caratteristica fondamentale è indicata dal nome stesso: sono materiali la cui conducibilità elettrica si attesta a metà strada rispetto a quella dei buoni conduttori e quella degli isolanti. Oggi il semiconduttore più utilizzato nel settore elettronico è il silicio.

Il silicio è il secondo elemento più abbondante dopo l’ossigeno. La parte difficile della produzione non è trovare o estrarre i materiali semiconduttori, ma trasformarli in transistor per circuiti stampanti e infine in microchip fatti e finiti. La carestia di semiconduttori che stiamo attraversando non riguarda i semiconduttori nel senso fisico-chimico del termine, ma i chip e i componenti elettronici di base che di quei materiali sono fatti.

Ma da dove arriva questa carestia? Dai vari Lockdown per la Pandemia? Dal Covid-19? In parte forse sì, ma in gran parte dall’inasprimento dei rapporti commerciali fra Stati Uniti e Cina, dalle pressioni degli Usa su Taiwan e Corea del Sud che hanno alterato l’equilibrio delle relazioni politiche e quindi la possibilità, economicità ed intensità degli scambi.

Le aziende lungimiranti e con capacità di approvvigionamento veloce sono riuscite ad accaparrarsi dai produttori asiatici quanti più chip possibili. Per tutti gli altri, soprattutto per le case automobilistiche, sono rimaste inezie e l’impossibilità di procurarsi in tempi brevi componenti fondamentali. Alternativamente, organizzarsi per portare a regime una nuova produzione è un processo costoso, complesso e soprattutto lungo.

Il risultato è quello che vediamo tutti: una crisi che porterà un profondo riassetto della produzione elettronica e dell’economia globale.

Ecco, abbiamo capito come e cosa… e quindi?

Quindi l’unico modo per non essere parte della crisi è quello di provare a trasformare un problema in un’opportunità!

L’opportunità che abbiamo realizzato per i Concessionari, che vivono fortemente la burrasca di questa crisi, è un progetto di vendita di Noleggio a Lungo Termine che permette, in modo user-friendly, di affiancare al tradizionale canale di vendita un modo alternativo di approccio al mercato con il focus di mantenere i propri clienti sempre al centro.

Non si perde più nessuna possibilità di business perché dalla fornitura, al riacquisto del veicolo passando per la manutenzione del veicolo, il progetto HUB di Titus dà la possibilità ai dealer di essere accanto ai propri clienti e padroni di scegliere come agire. Un progetto sfidante per il quale abbiamo deciso di investire in nuove risorse interamente dedicate ad affiancare i nostri Concessionari-HUB.

Ve li presenteremo uno alla volta, stay tuned…

Crisi Semiconduttori: !

Buon inizio anno!

Vanessa Gianella

Donne e Motori

Sono una femmina in un mondo di maschi!

Il settore automotive nell’immaginario comune è legato ad una delle grandi passioni maschili mentre spesso è semplicemente uno strumento che soddisfa l’esigenza di mobilità per le donne… non faccio eccezione, non è l’amore per i motori che mi appassiona al mio lavoro.

Se mettessi su un foglio di carta i puntini di questi 20 anni di automotive vedrei segni circolari che rappresentano l’esperienza di back-office e quella di sales di noleggio a lungo termine, la formazione ricevuta e quella fatta, la gestione del fleet management ed i progetti più o meno fantasiosi che proponevo ai miei capi. Vedrei cerchietti che rappresentano tanta curiosità, qualche bella soddisfazione, un po’ di frustrazione, più di una porta in faccia, molto entusiasmo.

Ma se unissi i miei puntini la forma che si delineerebbe sarebbe sicuramente una T: quella di Titus.

Sono convinta che tutto il cammino che ho percorso fino ad ora era per essere qui ora, in Titus. Ecco rivelato quello che mi appassiona: Titus!
Per il futuro, vado avanti per questa strada lasciando un segno ogni tanto per scoprire, quando li unirò come si trasformerà la mia T.

Il posto fisso…

Quando si pensa ad un passaggio dall’essere un dipendente con un solido contratto presso una multinazionale a diventare un imprenditore, ci si immagina grandi momenti di confronto e riflessione, un’attenta pianificazione strategica del futuro, ore spese a costruire business plan e piani operativi ed una forma mentis che ti pone d’innanzi alla fatidica decisione di lasciare – come direbbe Checco Zalone – il posto fisso per un futuro meravigliosamente incerto che assume una convinzione militaresca.

Per me è stato tutto il contrario, perché la mia scelta è stata dettata dalla spregiudicatezza tipica dei 30 anni, da un pizzico di sana presunzione e dalla convinzione che, comunque fosse andata, avrei portato a casa il mio.

Il fatto è che ho sempre creduto molto in me e nella mia capacità di generare risultato in un settore che ho amato fin dal primo momento.

Non ho fatto piani, non ho costruito elaborati e prospettici file di Excel , non ho pensato alla busta paga soddisfacente che mi arrivava tutti i mesi, semplicemente mi sono fatto guidare dal cuore, dall’istinto e dalla passione; e, tolto un primo periodo di inconcepibile arroganza, sono bastate le prime porte in faccia per ridimensionarmi e pormi davanti al fatto che avrei dovuto resettare tutto e partire da zero imparando un mestiere nuovo, per fare sì che alla passione unissi l’umiltà, la voglia di crescere, la fame di conoscenza e il sogno di fare, prima o poi, la differenza.

Io e l’imprenditore siamo cresciuti insieme, tra soddisfazioni e delusioni, percorrendo una strada su cui ancora cammino con la fame tipica di chi vuole arricchire passo dopo passo il proprio bagaglio.

Ciò che fino ad ora ha lasciato il segno più marcato e ha generato le più grandi soddisfazioni è un aspetto della vita da imprenditore che inizialmente non avevo preso in considerazione: la gestione delle persone che lavorano insieme a me.
Sono sempre stato un battitore libero, e me ne sono vantato per anni… ma è stato facile e naturale ricredersi (è la cosa di cui più sono grato), perché più che i contratti, il fatturato, la redditività, i margini, ho imparato che la crescita di un imprenditore avviene solo quando impari a condividere il cammino con le persone che ti sono affianco ogni giorno, ognuna delle quali, se impari a valorizzare le azioni, ti porta un pezzettino fondamentale senza il quale non si raggiungerebbe alcun traguardo.

Mi alzo ogni mattina con la convinzione che ogni giorno potrò aggiungere una lezione imparata che mi arricchirà, che nel mio caso è la ricetta che tiene vivi i due ingredienti fondamentali che ho raccontato qualche riga fa, le due emozioni imprescindibili che ancora mi generano l’effetto “wow”, il cuore e la passione!

Perchè ci chiamiamo Titus?

Nel nostro nome c’è la nostra storia: perché ci chiamiamo Titus?

Quando avete buttato l’occhio sul nome della nostra azienda forse vi siete chiesti: “Ma che significa TITUS?”
Ammettiamo che a prima vista potrebbe sembrare un nome particolare.
In questo articolo vogliamo svelarvi cosa si nasconde dietro il nome Titus e perché lo abbiamo scelto per rappresentarci.
Vi abbiamo incuriosito? Continuate a leggere per conoscere la storia del nostro nome.

Un nome classico? Un nome originale? Un nome di tendenza? Un nome corto o lungo? Il nome è la prima informazione che diamo di noi stessi.
Come sostenevano gli antichi Romani, nel nome c’è il proprio destino e la proprio storia: “Nomen omen” e di questo destino vi raccontiamo in questo blog.
Poiché era tutto un po’ vago all’inizio, abbiamo pensato di orientarci verso un nome che ci rappresentasse. Ci abbiamo messo qualche tempo a decidere. Avevamo una lista di nomi che ci sembravano interessanti ma nessuna riusciva a raccogliere un consenso totale.
“Trovare il nome è più difficile di creare un’azienda! E’ davvero un impresa Titanica!” – Esclamò uno di noi un po’ sconfortato.
Ecco la risposta: Impresa Titanica!
Volevamo un nome semplice che portasse in sé idee, competenze e voglia di fare, conoscere e collaborare. Qualche ipotesi, qualche smorfia, qualche risata e come un fulmine arrivò (non diciamo da chi) “Titus”.
TITUS! Ecco la risposta!

Ma perché Titus? Suonava bene, ma valeva la pena approfondirne l’etimologia…

Titus è una parola latina, che significa colui che si prodiga per gli altri e ancora, colui che lavora per il bene degli altri.

TITUS era davvero il nome PERFETTO! Un nome che rappresenta le nostre idee, la nostra vita, Noi.

  • Noi di Titus, che Viviamo nell’ottica che lo spirito con cui si affrontano le difficoltà faccia la differenza, con la vision di tracciare assieme ai nostri clienti una strada fatta di fiducia reciproca.
  • Noi che portiamo il valore della condivisione in ogni ambito, perché crediamo che condividere le idee e le esperienze abbia il potere di ispirare innovazioni ed opportunità per crescere INSIEME.
  • Noi che diamo valore all’ascolto per capire, comprendere ed assicurare un appoggio.

È così che siamo abituati a pensare, così ci piace svolgere il nostro lavoro.
Noi siamo Titus e Vi diamo il Benvenuto.